Di Enzo Carrozzini
Chiunque avrà ascoltato almeno una volta il bollettino dei naviganti diffuso dalla radio nazionale, un utilissimo strumento di informazione diffuso dalle capitanerie di porto per gli utenti delle “strade del mare”, riportante condizioni del tempo e dei bacini marini, nonché tutti gli avvisi e le prescrizioni da adottare per una navigazione sicura. Da ragazzino amavo tantissimo ascoltare questa rubrica, perché mi suscitava una tale capacità di immaginazione da “vedere” quei luoghi mai conosciuti e di immedesimarmi nelle vesti di un Comandante di nave, intento a proteggere i naviganti dalle insidie del mare . Oggi il bollettino dei naviganti delle cose italiche è muto, la tradizionale giornata di riflessione che precede ogni tornata elettorale è quanto mai necessaria, mai come oggi, affinché i naviganti di Nave Italia attraccata in Mediterraneo, possano scegliere il capitano giusto e competente , per tirar fuori il Bel Paese dalle burrasche economico finanziarie che lo affliggono da più di un lustro. Siamo nel bel mezzo di una preoccupante situazione che sembra essere ben lungi da risoluzione, anche in considerazione del fatto che i capitani coraggiosi che si propongono di correre in aiuto di “nave Italia” , aldilà di rispettive collocazioni ideologiche , o presunte tali, non riscuotono alcuna benevola considerazione dalla maggioranza dei cittadini , atteso che il patrimonio di credibilità di cui dovrebbero godere sembra essere irrimediabilmente perso. L’ultimo quinquennio nel nostro Paese ha dato un colpo gravissimo alla credibilità delle Istituzioni in ragione di tutti gli scandali di cui taluni uomini politici sono accusati, quando non siano stati già condannati da qualche Tribunale.
E’ vero, sentiamo dire che le responsabilità penali sono personali, e non è possibile accomunare persone moralmente discutibili ad altre che operano in pieno rispetto delle Leggi e a favore del bene comune, ma non si possono non registrare gli effetti devastanti che l’operato di quelli genera sul sentire comune, e le avvisaglie le abbiamo rilevate allorquando nel Novembre scorso più della metà dei Siciliani aventi diritto al voto ha rifuggito le urne. Ma anche in questo periodo le statistiche ci danno un quadro stabile sulla percentuale di coloro che non intendono votare. Rifiutiamo di pensare che non ci sia un italiano che desideri una vita più tranquilla per sé e la propria famiglia,
è sentimento giusto, ma in questo ultimo ventennio sembra che gli italiani abbiano smarrito il senso di comunitá, di solidarietá e partecipazione, ognuno chiuso nel suo “particulare”, intento a gabbare il prossimo, a salvare il suo proprio, dimentico della persona della porta accanto, che magari non ha lavoro, ha ridotto i consumi fisiologici anche per alimentarsi, (figurarsi festeggiare la Domenica con i dolci),che ha seri problemi di tirare la mesata, e finanche mandare i figli a scuola. La stessa propensione ha svolto la classe
Politica, maggiormente quella che avuto responsabilità governative, se è vero l’assioma per cui “un popolo ha la classe politica che si merita” . E’ stato il trionfo dell’egoismo e dell’edonismo, acuito dai messaggi provenienti dai media. Ma ora E’ necessaria un immediata inversione di tendenza da parte della classe politica, perché i cittadini non possono più attendere. Dal Paese giungono istanze di moralizzazione, richieste di sobrietá e onestà nei comportamenti che non possono essere più disattese, nonostante la propensione di taluni imbonitori che a botta di improbabili e mirabolanti promesse elettorali difficili da mantenere cercano di ingannare gli elettori, o prospettando loro una tabula rasa delle Istituzioni, una ecatombe che il Paese non si può permettere. I Guru mediatici e televisivi, incuranti delle reali condizioni degli italiani strizzano loro l’occhio vellicando il loro giustificato malcontento, ma non si può ricostruire il Paese in questa maniera. Per questo gli italiani hanno l’occasione di scegliere una classe dirigente che abbia proposte serie per risollevare il Paese, lavoro , scuola, cultura dei diritti, sono le priorità da Perseguire. C’è bisogno di dare fiducia a una classe politica che abbia queste coordinate nei suoi programmi, e che operi non soltanto come espressione della sito ceto di riferimento ma per il bene di tutti. E’ compito altresì di quest’ultima mettere a sistema e unire tutte le solitudini che il ventennio egoista ha generato, è tempo che in questo Paese ricominci a declinarsi la parola solidarietá.