Di Redazione
Domenica 13 Gennaio 2013 Striscia la notizia ha mandato nuovamente in onda il servizio sull’educatore più famoso al mondo, grazie alla trasmissione televisiva Cielo, Cesar Millan. Giornale Armonia ha raccolto alcuni pareri da chi è esperto del settore e a contatto con i cani 24 ore su 24.
IMPRONTE DI GIOIA (Associazione che si occupa di Pet Therapy e Attività Assistite con Animali)
Di Cesar Millan non abbiamo mai pensato bene poichè i suoi metodi sono di tipo coercitivo. Noi, invece, formati da Turid Rugaas, siamo per l’educazione gentile basata su associazioni positive escludendo quelle negative. Noi premiamo il nostro cane, con un bocconcino succulento o con una carezza o con tanti complimenti, quando esegue un comando… lo ignoriamo quando non lo fa.
L’APS Impronte di gioia offre servizi personalizzati di aiuto ai cani e ai proprietari, per risolvere problemi comportamentali e migliorare la qualità di vita di entrambi.
I metodi utilizzati si basano sempre sul profondo rispetto del cane considerando costantemente l’unicità, il carattere e le attitudini del nostro amico a quattro zampe.
GIOIA GRANITO (specialista in Attività, Terapie Educazione Assistita dall’Animale e allevatrice amatoriale di Labrador Retriever)
Non si può parlare di “metodo” nel caso di Cesar Milan, più di quanto si possa parlare di metodo rieducativo se ci riferiamo alla tortura, alla violenza fisica e all’intimidazione. I sistemi impiegati da questo personaggio sono stati abbandonati da decenni, perché soppiantati dalle attuali tecniche educative basate sul rinforzo positivo, lo shaping, l’educazione gentile che, oltre che ad essere rispettosi dell’animale e di chi lo gestisce e lo ama, sono di dimostrata efficacia. Il sistema violento di Cesar Milan è a mio parere anche molto pericoloso per l’incolumità del cane, della sua famiglia e delle persone che vengono in contatto con il cane stesso, in quanto esacerbano la risposta aggressivo- difensiva del cane.
GRAZIA PARISI (Presidente dell’ Anpa di Grottaglie)
Non ho mai visto la trasmissione di Cesar Millan ,perlomeno ho intravisto qualche stralcio. Vedo poco la televisione, quel poco che l’impegno del canile mi lascia vedere é qualche trasmissione relativa alla politica e ciò che muove da essa ed intorno ad essa. Per chiare ragioni. Ho cercato di documentarmi in rete ed, ovviamente, molto non lo condivido anche se il vero,come sempre,sta nel mezzo. Io non sono nessuno, non ho titoli se non quello di Pet-partner ed una grande esperienza ventennale sul territorio e nel canile, dalla nascita o quasi con gli animali. Mi hanno svezzato insieme a cani e cavalli, riuscivo a stare buona solo con loro, quindi i miei mi lasciavano fare. Credo di riuscire a capirli ma soprattutto gli animali comprendono me e non è cosa facile. Gli animali abbisognano di autorevolezza ,non autorità, come i bambini e per vivere con gli uomini hanno bisogno di regole. Il segreto sta nell’insegnare loro le regole con autorevolezza.
Non posso quindi condividere collari a strozzo ed elettrici ,calci e maltrattamenti.
Credo che non sia educazione ma sottomissione. Spero e credo che Milan voglia dare a questi metodi il valore dell’equazione ricordo = condizionamento ma é il valore del 2° termine dell’equazione che non va, perché è vero, se é vero, che gli animali, come sostengono studiosi o scienziati, non hanno capacità di ragionamento razionale ma rispondono a stimoli, é altrettanto vero che lo stimolo non deve essere cruento. Tra l’altro andare a correggere un comportamento senza cercarne la causa è come curare il sintomo di una malattia senza andare a monte. Sinceramente, lo ripeto, non conosco il metodo e la letteratura di Millan, né vorrei mai offendere o giudicare il lavoro altrui, ma una cosa, per me, é certa: gli animali hanno bisogno di polso energico, solido e sicuro ma non violento.
E’ doveroso precisare che Cesar Millan è un educatore e/o addestratore, credo, io sono un’animalista facente parte di un’ Associazione che gestisce un canile, che cerca di far convivere in armonia un grosso branco di animali in libertà ,preparandoli ad entrare in una famiglia. E’ una questione d’amore e solo d’amore la mia, di esperienza maturata negli anni, di vita con gli animali in difficoltà e per gli animali. Non sono d’accordo però nemmeno con molti animalisti ,non me ne vorranno spero, che umanizzano troppo i loro cani, che non sono capaci di imporsi, che abbondano in carezze ,che trasferiscono in sintesi i loro bisogni e la loro fragilità sull’ animale. L’animale è animale, non è un bambino ,non è umano e questo non va mai dimenticato. E’ facile che un cane susciti tenerezza, perché è in condizione di dipendenza da noi, perché ti scava dentro, perché porta a galla molte zone oscure della nostra psiche e questo succede a molte persone che, indubbiamente ,amano gli animali ma non hanno esperienza di canile e/o non sono adatti a viverlo. L’animale deve “sentire” l’energia e l’autorevolezza dell’uomo in quanto capo branco, guai a lasciargli prendere il sopravvento. Si fa solo il suo male.
L’animale entra in “ansia” quando sente la violenza dell’uomo ma anche quando ne sente la fragilità e la paura. Un animale che attacca o che é indisciplinato o che tende a non obbedire, al di là delle caratteristiche della razza, in ogni caso, esprime un disagio. Il cane ha bisogno di sentire nel “padrone”,chiamiamolo così per brevità ma è un brutto termine, energia, equilibrio, sicurezza. Io qualche “schiaffo terapeutico” l’ho dato ai miei animali, del resto li ho dati anche a mio figlio, convinta che le regole ed i valori debbano venire rispettati. Ho sempre usato solo le mie mani, qualche eventuale attrezzo l’ho usato come segnale a sottolineare la voce, mai su di loro. Se un cane non ha bisogno di procurarsi il cibo non deve attaccare l’animale più debole, non ne ha motivo. Se vive in una famiglia deve rispettare le regole del branco dettate dal capobranco che si occupa di lui e che gli procura il cibo, l’uomo. Non sono molto convinta che non siano in grado di elaborare pensieri logico-razionali, anzi penso che, oltre ad esserne capaci ,abbiano un codice di linguaggio che noi uomini non abbiamo ancora decifrato. Loro invece capiscono il nostro linguaggio e non é solo un fatto di intuito o telepatia, credo comprendano proprio il nostro linguaggio. Ripeto, io non ho titoli specifici ma i fatti mi danno ragione. Con questi convincimenti io e i miei collaboratori riusciamo a tenere in equilibrio 520 animali in un unico branco. Tra loro non c’è nessuno che é dominante rispetto a noi, ci sono gruppi equivalenti che io chiamo “condomìni” e le loro rare baruffe “discussioni condominiali”e, si creda una cosa, nelle liti condominiali umane succede molto peggio.
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