Di Ester Lucchese
Davvero finisce un’epoca con Rita Levi Montalcini, oggi 30 dicembre 2012 si conclude con lei un secolo della nostra storia” tempo di mutamenti”. Rimane in tutti noi scolpita l’immagine di una donna dal fisico fragile e minuto, i capelli bianchi sempre perfettamente pettinati, la camicetta semplice ed elegante. Nata a Torino nel 1909 e cresciuta in pieno clima “ vittoriano” diviene nel campo medico, dopo anni di meticoloso studio, una scienziata di grande levatura , per quel suo intenso impegno profuso nello studio sullo sviluppo del sistema nervoso e dei fattori specifici della sua crescita. Tra gli anni Quaranta e Sessanta gli Stati Uniti d’ America la vedono alle prese con la ricerca nel settore neurobiologico. Ritornata in Italia negli anni Sessanta crea a Roma un’unità di ricerca, presso l’ Istituto di Sanità e dirige il Laboratorio di Biologia cellulare.
Nel 1986 le verrà conferito il premio Nobel per la medicina. L’Italia con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2001 l’aveva designata senatrice a vita, un prestigioso riconoscimento alla sua brillante carriera. Rita Levi Montalcini ha sempre mostrato una straordinaria fiducia nelle capacità di comprendere e gestire le sfide della contemporaneità da parte degli esseri umani.
Come amava pronunciare: “ Quando muore il corpo sopravvive quello che hai fatto, il messaggio che hai dato. I giovani devono credere nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte”. Chi farà tesoro dei suoi insegnamenti sarà riuscito a cogliere quel legame indissolubile e necessario tra ricerca e dimensione etica, tra innovazione scientifica e difesa dell’ individuo.