Di Enzo Carrozzini
Ciò che ci apprestiamo a narrarvi non è frutto di elucubrazioni fantasiose e di sinapsi inesorabilmente incrostate , bensì la fedele cronaca di un mezzogiorno, letteralmente di acqua fuoco e vapore, quello del 21 12 2012 giorno famigerato della fine del mondo, così come previsto da una profezia dell’antico popolo messicano dei Maya, secondo cui, a causa dei moti gravitazionali del Pianeta Venere, oggi la nostra cara Terra sarebbe stata oggetto di sconvolgimenti naturali come terremoti e di giganteschi maremoti di una forza tale da spazzare via ogni sua forma di vita. Non tutta però, solo una parte. Infatti, secondo la profezia alcune zone sarebbero risparmiate dalla catastrofe, tra le quali primeggia un lembo di terra pugliese nei pressi della città di Cisternino in provincia di Brindisi, località Patarino. Tra l’altro la costruzione di un tempio denominato Ashram da parte di una comunità, fondata dal santone Bhole Babaji, che ha legami spirituali con il popolo Maya, ha rinforzato la credenza tanto da convincere a giusta ragione che il flusso benefico derivante da questo sito, protegga come gigantesca cupola di energia tutto il territorio cistranese dall’apocalisse imminente. Ebbene, è di questi giorni la notizia che non esista neanche un capanno libero in tutto il territorio, perché ogni attività ricettiva ha da giorni esaurito le disponibilità, occupate da chi giustamente ha pensato a mettere in salvo la ghirba. Ma veniamo ai fatti, che sicuramente saranno frutto nei prossimi giorni di profonde discussioni e attenti studi da parte degli esperti nell’intento di spiegare perché il Leviatano appena destatosi all’ora stabilita, abbia desistito da fare un solo boccone della superficie terrestre. Armonia in esclusiva ha raccolto la testimonianza degli artisti del Gruppo Wurpless, alcuni dei quali impegnati stamani nella registrazione video degli esterni del loro nuovo lavoro nei pressi del luogo incantato. Per ovvi motivi omettiamo i nomi dei protagonisti, SASTA il capo di questa stroboscopica banda racconta con un aria di chi pensa di averla scampata bella :” Avevamo da poco finito di girare e ci trovavamo nei pressi della tenda regia, per il pranzo tenevamo degli ottimi polipi messi a cucinare sul fornello da campo che portiamo sempre con noi quando siamo in esterna. Il brodo di polpo ci piace tantissimo così come le ottime carni dei simpatici cefalopodi, Babi(attrice caratterista del gruppo. ndr) aveva già preparato tutto questa mattina alle otto, benché ,si sa, il polipo si cuoce nella acqua sua stessa. Nel corso delle riprese, Angi (una delle vallette del gruppo. ndr), si alternava con Ronalda ( l’altra valletta. ndr), nel governare il fuoco e acqua. All’improvviso il bel tempo ha lasciato posto a nuvoloni spaventosi che sembravano cavalcare il cielo e si propagavano al pari di un fungo atomico, pareva essere piombata notte, ed una pioggia intensissima ha cominciato a precipitare, il vento gelido ha preso a tempestare alberi e terra, spingendoci in avanti. Colti di sorpresa Miba(Regista e direttore della fotografia.ndr), insieme a Frama e Aspi (autori e caratteristi.ndr) hanno tentato di sistemare alla meglio gli attrezzi per le riprese video e fotocamere . Ci siamo rifugiati sotto la tenda, abbastanza capiente per contenerci tutti . La piaggia è diventata torrenziale, e abbiano visto la terra sotto i nostri piedi diventare fango, il rigagnolo d’acqua formatosi all’inizio era diventato un torrente limaccioso col livello che ormai ci arrivava alle caviglie,. Sul di un piccolo dislivello del terreno ancora asciutto, sotto la tenda, avevamo posto il piccolo fornello sormontato dalla pentola, l’acqua gorgogliava per l’ ebollizione ed un profumo inebriante di polpi lessi conditi come tradizione comanda, si spandeva sotto la tenda. I lampi e tuoni facevano da colonna sonora allo scrosciare assordante della pioggia, abbiamo visto un fulmine abbattere un ulivo secolare, e abbiamo incominciato davvero a temere per la nostra vita. Sicché l’agitazione, il freddo intenso, il terrore, pensando alla leggenda che accompagnava la giornata di oggi, ci ha spinto raccoglierci ancora più tra noi fino ad abbracciarci tutti per darci illusoriamente sicurezza, ma non ci siamo resi conto che il nostro scomposto movimento ha fatto rovesciare la pentola con tutto il suo contenuto. Il Brodo di polpo, i cefalopodi, ormai cotti a puntino e pronti per essere gustati, (perché abbiam pensato, se questa è l’ora almeno ce ne andiamo “mangiati”…), hanno condito quella parte di terra non ancora attinta dalla furia del fango. Nel mentre anche quella speranza ci abbandonava nella disperazione più nera, il miracolo…. All’improvviso il freddo intenso è terminato , vento e pioggia sono scomparsi, le nuvole come s’erano presentate si sono aperte a ventaglio lasciando splendere il più bel sole , che mai abbiamo osservato neanche d’estate, e il tepore ha pervaso la nostra pelle. Una cosa che non possiamo dimenticare però e come il rilievo su cui prima poggiava il fornello con la pentola, fosse del tutto asciutto, manco nà traccia di umidità. Che strano,-prosegue Sasta- si sono rovesciati circa due litri d’acqua, e non è rimasto neanche l’alone dell’umidità, in soli 30 secondi è come se la terra si sia fatta una sola bevuta del brodo di polpo e pare che abbia anche gradito, a giudicare il potente sfiato, a mò di soffione boracifero,venuto fuori immediatamente dopo a circa dieci passi da noi. Abbiamo tutti pensato: la terra ha gradito ” u suc du wurp less…”, ha concluso Sasta volgendo le spalle allontanandosi insieme alla sua compagnia. A giudicare da come agitava il braccio destro ho potuto comprendere quanto il malcapitato desse seguito a vigorosi quanto plateali gesti apotropaici per festeggiare lo scampato pericolo.
Ritorneremo prossimamente sul mistero del brodo di Polpo e della mala profezia scongiurata, lasciamo il posto mentre risuona dall’autoradio il motivetto di Caparezza: “Alla faccia dei Maya, la fine di Gaia non arriverà…………….”.