Di Enzo Carrozzini
“Era opinione di tutti che ci volesse un leader riconosciuto ma questo leader, , ahimè, un Berlusconi del ’94, non l’abbiamo trovato. El ghe no”. Con queste parole il Presidente del Popolo della Libertà Silvio Berlusconi ha motivato la sua sesta candidatura a governare il Paese, ribadendo che soltanto lui può riprendere il pallino del centro destra e vincere le elezioni politiche , ormai sempre più vicine. Venerdì, il Pdl, per mezzo del segretario Politico Angelino Alfano aveva preannunciato lo sfilamento del Pdl dalla maggioranza “spuria” che ha sostenuto il Governo Monti da fine Novembre 2011, tutto ciò aveva provocato la reazione del Pd che con Pierluigi Bersani, in un discorso vibrante aveva definito “irresponsabili” i parlamentari pidiellini.
A seguito le dichiarazioni di Alfano, il Presidente del Consiglio Mario Monti, nel tardo pomeriggio si è recato al Quirinale preannunciando al Presidente della Repubblica le proprie dimissioni irrevocabili, essendo venute a mancare le condizioni che avevano permesso al Professore di prendere le redini del Governo nel novembre scorso. Una nota diramata dal Quirinale informa che “Per il presidente del Consiglio, la dichiarazione resa ieri in Parlamento dal Segretario del PdL Angelino Alfano costituisce, nella sostanza, un giudizio di categorica sfiducia nei confronti del Governo e della sua linea di azione” , Monti prosegue la nota, “accerterà quanto prima se le forze politiche siano pronte a concorrere all’approvazione in tempi brevi delle leggi di stabilità e di bilancio, per evitare l’aggravarsi delle crisi con l’esercizio provvisorio. Subito dopo il Presidente del Consiglio provvederà, sentito il Consiglio dei Ministri, a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del Capo dello Stato”.
La situazione è ormai precipitata, ci sono delle motivazioni di ordine biecamente elettoralistico che hanno spinto il Pdl a negare l’appoggio a Monti, tra l’altro i parlamentari pdl hanno preannunciato di voler sollevare la pregiudiziale di Costituzionalità sul Decreto Legge regolante il riordine delle Province, quindi battaglia in tutti i campi., sebbene abbiano assicurato l’appoggio per l’approvazione della Legge di Stabilità. Differenti i commenti di tutte le forze politiche, Pierluigi Bersani del Partito Democratico ha definito l’operato di Monti: “un atto di dignità che rispettiamo profondamente. Noi siamo pronti ad operare per l’approvazione nei tempi più rapidi della legge di stabilità”. Gianfranco Fini(FLI) secondo cui: “La decisione di Monti di dimettersi gli fa onore” ; e Pierferdinando Casini ((UDC): “Chi pensava di costringere Monti a galleggiare, ora è servito”. Di tenore Opposto le affermazioni del segretario Lega Nord Maroni : “Monti si è dimesso, Evviva”, dando l’abbrivio al prossimo accordo politico col Pdl .
Dal canto nostro non possiamo non riconoscere al presidente Monti, di possedere una dirittura etica, un alto senso delle Istituzioni, che conferma, se mai ce ne fosse bisogno, l’acquisizione della sua persona tra le risorse morali che il nostro bistrattato Paese possiede. E’ presto per dire se questo atto da parte del professore sia un preludio per un suo eventuale debutto nell’agone politico, ma che sia in plateale rottura con il grumo di interessi rappresentato da Silvio Berlusconi, questo è un dato incontrovertibile.
Le dimissioni di Mario Monti mettono il Pdl e il suo capo innanzi alle proprie responsabilità, sono un indubitabile gesto di grande coraggio contro chi ha sempre cercato di addossare ad altri le inadempienze dovute esclusivamente a proprie incapacità.
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