Di Enzo Carrozzini
Le 20 20 di Domenica 2 Dicembre 2012, Matteo Renzi telefona a Pierluigi Bersani per complimentarsi della vittoria conseguita al ballottaggio. I risultati che man mano provenivano dai seggi, non lasciavano speranza al sindaco di Firenze di poter prevalere nella sfida, per cui non restava che la resa e, in classico stile americano: porgere i doverosi complimenti e auguri di buon lavoro all’avversario. D’ altra parte, i primi exit poll diramati immediatamente dopo le 20.00, orario prestabilito per la chiusura dei seggi, già attribuivano a Bersani una percentuale del 60,5% contro il 39.5% di Renzi.
Bersani ha prevalso in tutte le regioni ad eccezione della Toscana, (terra natale del sindaco), migliorando il risultato perché ha conquistato Umbria e Marche, Regioni in cui al primo turno aveva prevalso Matteo Renzi.
Al secondo turno hanno votato complessivamente 2.300.000 persone, in calo fisiologico di circa 300.000 unità rispetto a domenica 25 Novembre , una cifra sempre considerevole, per non consentire agli scettici di definire questo evento,mero esercizio teorico. E così come era avvenuto al primo turno, ancora una volta una parte rappresentativa di elettori del centro sinistra ha inviato un messaggio forte e chiaro alle forze politiche che sentono vicine, affidando al segretario del Pd, Pierluigi Bersani,il compito di formare e guidare la coalizione di centro sinistra alle ormai imminenti elezioni politiche del 2013.
Nella competizione il segretario Pd ha potuto contare sull’appoggio degli altri competitori, Laura Puppato, Bruno Tabacci, Nichi Vendola, usciti di scena al primo turno, stringendo un patto importante con il Presidente della Regione Puglia, e i risultati si sono visti soprattutto al sud, laddove Bersani ha raggiunto la percentuale del 72% delle preferenze. Il giovane e ambizioso sindaco di Firenze, non ha potuto di più, nonostante una campagna elettorale appassionata e spumeggiante, grazie all’entusiasmo giovanile del suo staff, ma a volte improntata all’insegna dell’ arroganza e dell’irriverenza e, sicuramente, della spregiudicateza su come by passare le regole che le forze della coalizione s’erano imposte per governare la competizione. Questo non toglie, come già più volte dichiarato, che egli contribuirà ad aiutare Bersani nella difficile sfida che lo attende. Il merito del giovane Renzi consta nel fatto di aver contribuito a rendere viva la sfida, catalizzare tanta attenzione di persone che si erano allontanate dalla politica, e anche di una parte di elettori di centro destra, che hanno creduto nel messaggio di rinnovamento del giovane leader. La cartina di tornasole saranno le elezioni politiche, solo in quella sede si potrà avere la conferma se Renzi contribuirà con il supporto di quegli elettori non propriamente di area di centro sinistra che lo hanno sostenuto nel corso delle primarie, e confermeranno quella scelta.I più recenti sondaggi danno il centro sinistra in ascesa con il Pd intorno al 38% delle intenzioni di voto, ovviamente le intenzioni non sono voti, ma è indubbio che il trend sia positivo. Tanta vitalità non sembra avere controcanto nella parte opposta dello schieramento, l’idea di svolgere le primarie anche per il campo di centro destra è miseramente fallita per la decisione dell’ ex premier Silvio Berlusconi di ricandidarsi alla guida del Paese, riscontrando malcontento, critiche serrate, se non addirittura la defezione di alcuni Parlamentari del Pdl. Silvio Berlusconi tenta disperatamente di uscire dall’angolo dell’impopolarità cui è stato soggetto negli ultimi due anni per gli scandali e i processi che ancora deve affrontare, non ultimo anche quello che lo ha dichiarato colpevole di evasione fiscale per una storia di compravendita di diritti televisivi da parte di una azienda di sua proprietà. Queste vicende hanno fatto precipitare gli eventi, tanto da paventare una risoluzione anticipata della Legislatura, per il fatto che il Pdl ha dichiarato di ritenersi smarcato dalla maggioranza che sostiene il Governo Monti, tanto è vero che una volta rientrata in porto la Legge di Stabilità (ex finanziaria), lo scioglimento delle camere sia previsto per i primi di Gennaio, con grande irritazione da Parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che preferirebbe una conclusione meno traumatica della Legislatura. Commentatori autorevoli, affermano che la mossa di Berlusconi sia dovuta al portato di alcune disposizioni da discutere in Parlamento quali: la questione Beauty Contest, l’ineleggibilità dei condannati, la legge elettorale, che in caso di scioglimento delle Camere sarebbero rinviate al vaglio del nuovo Parlamento. Insomma un centro destra allo sbando, in preda ai problemi mai risolti del suo, già, capo carismatico, che dà l’impressione di essere in mezzo al guado di un fiume e non sapere se continuare, tranciando i rapporti col suo “catalizzatore magno”, o ritornare nel suo alveo, impregnato da problemi personali e dalla preoccupazione di rendere più difficile la vittoria ritenuta, ormai, ineluttabile del centro sinistra di Pierluigi Bersani.