Di Enzo Carrozini
La risposta strategica dell’Europa alle sfide del clima e dell’energia. Il set Plan (dall’acronimo di “Strategic Energy Technology Plan” ) è lo strumento di cui si è dotata l’Unione Europea, per scortare la transizione della società verso l’utilizzo di tecnologie il cui scopo precipuo consiste nella completa messa al bando dell’elemento chimico carbonio dalle forme di produzione di energia. In questo senso si parla di società “Carbon Free” (Libera dal carbone). Ricordiamo che il progresso tecnologico dai tempi della Rivoluzione Industriale dei primi anni del XIX si è realizzato mediante l’uso di energia prodotta da combustibili fossili, (carbone, Gas, Petrolio). Il carbone è l’elemento principale di tali combustibili e combinato in diversa maniera all’idrogeno, se determina differenza fisico chimica rispetto alla loro struttura, tutti producono come residuo di utilizzo il famigerato CO2(biossido di Biossido di carbonio o anidride carbonica), che insieme ad altri prodotti di combustione come il Metano, Biossido d’azoto, ozono, contribuiscono ad aumentare l’effetto serra in atmosfera, provocando l’aumento del riscaldamento globale e determinando le mutazioni climatiche che sta causando gravissimi danni all’ ecosistema. La fame di energia del mondo è tale che il continuo ricorso al consumo di combustibili fossili provocherà situazioni di non ritorno, i Governi dei massimi paesi industrializzati ne sono consapevoli, ma pare che, soprattutto in un periodo di depressione economica quale quella in atto, non si pongano il problema di salvaguardia dell’ambiente. Per questo ci sembra che Il Set Plan rappresenti la giusta iniziativa per promuovere una nuova rivoluzione industriale nel vecchio continente, laddove i Paesi dell’unione mettendo a sistema risorse e rischi, si propongono l’ambizioso piano di ridurre entro il 2050 del 90% le emissioni di gas serra. Apprendiamo che la Logica del Set Plan “individua delle tecnologie a bassa emissione di carbonio,e offre ai paesi membri delle “Traiettorie tecnologie”, entro le quali potranno realizzare il conseguimento degli obiettivi comunitari, che ciascun paese potrà valorizzare secondo le vocazioni nazionali.
Sono individuati due serie di obiettivi, a medio e lungo termine.
“Gli obiettivi nel medio termine prevedono una maggiore diffusione delle tecnologie
già oggi disponibili (sviluppo dell’eolico, del fotovoltaico e del solare termodinamico (i primi due utilizzati in larga scala in Puglia n.d.r.); di reti
intelligenti per favorire la generazione di energia distribuita e l’utilizzo di fonti rinnovabili; i
biocarburanti; la diffusione di elettrodomestici e apparecchi più efficienti per l’industria e i
trasporti.
Gli obiettivi di lungo termine, fissati al 2050, saranno perseguibili solo attraverso l’incremento
degli investimenti nella ricerca e per l’innovazione tecnologica del sistema industriale al fine di
limitare il crescente ricorso ai combustibili fossili e per sviluppare soluzioni che permettano di
usarli in maniera sostenibile. Le soluzioni tecnologiche avanzate riguardano: la cattura e lo
stoccaggio della CO2; la seconda generazione di rinnovabili; lo stoccaggio dell’energia; i veicoli
commerciali alimentati a celle a combustibile e a idrogeno; i progetti dimostrativi per reattori
nucleari di quarta generazione; la realizzazione del reattore a fusione nucleare “ITER”; lo
sviluppo di nuovi materiali e tecnologie per l’efficienza energetica.
I progetti innovativi ci sono ci auguriamo possano essere anche finanziati adeguatamente per contribuire a risollevare le sorti economiche del Paese e del consesso politico economico più ampio di cui fa parte.
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