Di Enzo Carrozzini
“Noi siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità davanti all’Italia e al mondo. Con parole chiare…” Intenso discorso del segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, a chiusura della Festa Democratica nazionale, svoltasi quest’anno presso il Campo Volo di Reggio Emilia. La città emiliana scelta dagli organizzatori del Pd non a caso, per le sue ascendenze storiche, città del gonfalone e del tricolore, città della Resistenza, città di lotte contadine e operaie, città vicinissima alle zone squassate dal terremoto del 20 Maggio scorso. Ed è proprio alle popolazioni duramente colpite dal terremoto che il segretario ha dedicato la prima parte del discorso, lodando l’attività degli amministratori impegnati nella ricostruzione ed i loro sforzi per evitare di concedere appalti ad aziende prestanome in mani mafiose, ed il loro impegno indefesso affinché le città distrutte possano riprendere le loro attività, e far ritornare i cittadini nelle loro case ed ai loro centri storici , (e non già nelle new Towns,,,, come le improvvide scelte che fece il passato Governo in occasione del sisma di L’Aquila). Il discorso più politico del segretario è stato sostanzialmente basato su quattro punti principali.
1)La disponibilità del partito democratico a prendersi la responsabilità di guidare il paese e portarlo oltre le secche della crisi economica e sociale più difficile che sia avvenuta da sessant’anni a questa parte. Ma per perseguire questo obiettivo sarà necessario inserire il progetto in una visione più ampia, nella “piattaforma comune dei progressisti europei” , perché, “ Non c’è destino fuori dall’Europa”, ma occorrerà svolgere una battaglia di cambiamento, per sconfiggere pulsioni euroscettiche e perseguire con forza e convinzione sulla strada che tracciò Altiero Spinelli sulla costituzione degli Stati Uniti d’Europa.
2)Sul Governo Monti, Bersani è stato chiarissimo ribadendo la lealtà del partito a sostegno del suo Governo. Ha sottolineato l’eccezionalità che ha portato a governare un esecutivo tecnico, ma ha ribadito l’esigenza del ritorno di chiedere alla volontà popolare una legittimazione per governare, non potendo immaginare, e affermandolo polemicamente, che consultazioni politiche possano essere tenute nei consigli direttivi delle banche internazionali. Fermo restando le misure di contenimento che hanno evitato il default all’Italia, il segretario ha sostenuto l’esigenza di cambiamento mediante l’introduzione di “più lavoro, più diritti, più giustizia”. E stato commovente il ricordo di una parole del Cardinal Carlo Maria Martini , in tema di lavoro che Bersani fa proprie :”Non ci potrà essere riconciliazione fra società e democrazia, se non ci sarà lavoro, lavoro vero e dignitoso, lavoro che non sia devastato dalla precarietà, lavoro che abbia voce, che abbia il diritto di esprimersi e di partecipare. Così ci disse il Cardinal Martini poco prima di andarsene dalla diocesi di Milano”.
3) Per realizzare un vero cambiamento è necessario rinnovare lo strumento mediante il quale si realizza la democrazia, per questo Bersani ipotizza l’allestimento di uno strumento a base parlamentare che avrà il compito di riformare la seconda parte della Costituzione. Così in una rinnovata forma di diritti e civismo, ha affermato che qualora toccasse a lui governare, darà seguito all’adozione dello ius solis, ovvero il diritto che figli di persone immigrate nati in Italia, siano cittadini Italiani; e in più una rinnovata forma di democrazia non può non prescindere da forze politiche che svolgano provvedimenti volte a rendere ineleggibili corrotti e corruttori, perseguendo mafiosi e reintrodurre il falso in bilancio, eliminando i privilegi della cosiddetta casta (come il Pd ha già iniziato a fare nonostante le resistenze di chi detiene ancora la maggioranza dei numeri in Parlamento), perseguire gli evasori fiscali, e reintroducendo equità tra prelievo fiscale su lavoro reale e speculazioni e rendite finanziare, perché le “ricchezze partono le povertà restano” (alludendo alle miliardate di euro che lasciano illegalmente il Paese). e per questo ha rinforzato il concetto che ogni euro sottratto all’evasione fiscale andrà destinato al lavoro, all’impresa, e al welfare. Perché il cambiamento della democrazia possa costituire cambiamento utile per l’economia e la società.
o 4) L’ultimo punto Bersani lo ha dedicato al PD, inteso per primo a rivendicare l’orgoglio di appartenenza al più grande partito riformista del nuovo secolo, che si aprirà al contributo di forze politiche sociali e culturali disposte ad impegnarsi per creare un blocco di forze di centrosinistra capace di contrastare le derive regressive e populiste a livello Nazionale quanto quello europeo. Ha ribadito che per la scelta dei Parlamentari si ricorrerà a forme vere di partecipazione, sottolineando che per la nuova ridefinizione degli equilibri interno del partito occorrerà attendere il prossimo congresso del 2013. Bersani offre un partito che ritorni a dialogare con la società, recuperando credibilità e sostegno, e le primarie son o sono il mezzo più idoneo, per questo ha accettato di modificare l’articolo statutario del Pd (che prevede essere il segretario unico candidato Premier) concedendo la possibilità ad altri competitori di concorrere alle primarie (al momento c’è solo Matteo Renzi Sindaco di Firenze). Quanto al rinnovamento della classe dirigente del partito il segretario ha assicurato che responsabilità saranno via via affidate alle nuove generazioni, e questo sarà improntato sulla scorta di criteri di qualità e merito, ed ha sottolineato che una scelta non può prescindere dalla generosità delle nuove leve, perché al primo posto ci deve essere L’Italia, poi il Pd, e dopo le ambizioni personali. una frase che richiama alla responsabilità soprattutto chi tra i nuovi virgulti del partito, ha fatto della battaglia generazionale il lato rivendicativo principale, senza avere l’umiltà di riconoscere i risultati raggiunti dall’Italia e dal Pd ad opera delle generazioni di dirigenti più stagionate.
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