Di Salvatore Stano
Concluse le ispezioni dei sub dei CC: nessuna traccia della nave e la statua è un pezzo di motore. Sono terminate le ispezioni ai fondali di Capo Bruzzano da parte dei carabinieri del nucleo sommozzatori di Messina. I militari non hanno trovato traccia della nave la cui presenza era stata segnalata dai sub che hanno ritrovato l’effige del leone di bronzo riportata in superficie nei giorni scorsi. L’accertamento ha anche rilevato che l’oggetto metallico bloccato tra gli scogli di Capo Bruzzano, che sembrava un’armatura o il busto di un statua, altro non è che un radiatore di motore. L’oggetto è stato recuperato e portato a riva. «Bisognerebbe dire quanto è costato allo Stato tutto questo circo ed è una situazione che si poteva evitare – ha detto la soprintendente ai beni archeologici della Calabria, Simonetta Bonomi – bastava attenersi alle procedure ed evitare di informare prima la stampa e poi le autorità. Ci saremmo evitata una serie di spese inutili. Comunque già dai primi accertamenti fatti dai sommozzatori della capitaneria di porto sembrava già si trattasse di una parte di motore e non di una statua o armatura. La verifica definitiva dei sommozzatori dei carabinieri ci ha dato la conferma. La testa di leone però è un oggetto non banale dalle linee classiche, in bronzo appesantito da piombo – ha spiegato Bonomi – ma molto rovinato». Non la pensa così l’assessore alla Cultura della regione Calabria Mario Caligiuri che difende il valore del ritrovamento: «In base ai primi accertamenti, la testa del leone sembrerebbe pienamente originale e somigliante ai leoni di Nemi, esposti a Palazzo Massimo a Roma e potrebbero risalire al II secolo dopo Cristo. Il ritrovamento e la consegna alle autorità dello Stato della testa di leone conferma che i fondali della Calabria sono ancora ricchi di beni. Non a caso, proprio da noi quarant’anni fa venne fatta la più grande scoperta mondiale di archeologia subacquea con il riemergere degli bronzi di Riace. Comunque attendiamo verifiche ancora più puntuali».
Il leone di Nemi e l’Assessore alla Cultura della regione Calabria Mario Caligiuri
«Qualora la soprintendenza dei beni archeologici accertasse che i reperti trovati hanno un valore storico allora chiediamo che restino sul territorio» Lo ha detto all’ANSA il sindaco di Bianco, Antonio Scordino, a proposito del leone di Bronzo ritrovato a Capo Bruzzano. «Da parte nostra – ha aggiunto – c’é tutta la disponibilità ad accogliere questi reperti in una apposita struttura. È ovvio che non vogliamo subire la spoliazione del patrimonio che appartiene al nostro territorio. Lo stiamo dicendo con largo anticipo in modo da non creare problemi successivamente». Il sindaco di Bianco ha inoltre evidenziato che «é necessario comunque avere molta prudenza su questi ritrovamenti. Prima di entusiasmarci è necessario attendere che la soprintendenza si esprima in modo definitivo». Secondo alcuni esperti di archeologia subacquea la presenza di quell’effige leonina in quel tratto di mare, di epoca romana se confermata, indicherebbe che sotto c’è qualcosa d’interessante ed sarebbe opportuno ispezionare ulteriormente i fondali. La pensa così anche la soprintendente Bonomi: «Ora bisogna capire se il relitto della nave, avvistato vicino al luogo dove è stato trovato il leone di bronzo, esiste realmente oppure no. Dalle indagini eseguite fino a ieri sera non è stato trovato nulla. Speriamo che ci sia qualcosa di interessante» Nel frattempo dopo una prima attenta analisi fatta dalla soprintendenza ai beni archeologici, il reperto ritrovato é stato nuovamente consegnato ai carabinieri del nucleo tutela patrimonio artistico che l’affideranno all’Università della Calabria dove, già dai prossimi giorni, saranno effettuate le analisi fisiche e chimiche per datarne l’epoca di realizzazione, solo successivamente inizierà il restauro.
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