Redazione
Don Carmine soddisfatto: “Tutti i gruppi hanno detto laloro, esperienza da ripetere. Bilancio? Stiamo cercando direcuperare i giovani ma il lavoro è lungo” Tutti insieme tra le navate e i banchi della chiesa. Si è svolta così la verifica al termine dell’anno pastorale nella parrocchia di Sant’Antonio a Taranto. Un momento comunitario voluto fortemente dal parroco don Carmine Agresta. Ogni gruppo parrocchiale ha potuto dire la propria su quello che si è fatto, su quello che c’è da fare e da migliorare. A prendere appunti, spalle all’altare al centro della navata principale, c’era proprio don Carmine. La verifica è stata vissuta in tre fasi. Nella prima ogni gruppo (Acr, giovanissimi, giovani-adulti, adulti, lettori, ecc…) ha fatto una riflessione al suo interno passando le informazioni ad un portavoce. La seconda fase è stata quella dell’esposizione: i rappresentati di ogni gruppo parrocchiale hanno fatto un sunto di quanto emerso dalla discussione precedente elencando le cose, a loro dire, da migliorare. La fase conclusiva è spettata al parroco che ha focalizzato il discorso sulle problematiche emerse ma anche elogiato i risultati raggiunti negli ultimi mesi a cominciare proprio da questo confronto, schietto con tutte la componenti partecipative della parrocchia: “Esperienza bella, da ripetere – ha detto don Carmine – nonostante il caldo c’è stata partecipazione, ognuno ha detto la sua. È importante che tutti si sentano parte integrante della Sant’Antonio”. Poi don Carmine ha cominciato a tracciare il suo di bilancio partendo dall’aspetto ‘missionario’ e qui arriva l’elogio dell’opera del vicario don Armando Imperato arrivato sul finire del 2011: “Ha fatto un lavoro importante, la comunità si è allargata, è tornata a popolarsi di giovani. Con lui abbiamo riaperto la sala ludica anche se numericamente i risultati sono ancora migliorabili”. Quindi il discorso è scivolato sui gruppi e sulla messa comunitaria mensile istituita proprio nell’ultimo anno: “I gruppi devono lavorare meglio tra di loro, non ci devono essere chiusure. La messa comunitaria è stata pensata come messa dell’accoglienza. L’Eucarestia fa la Chiesa e la Chiesa fa l’Eucarestia. utti vi devono partecipare per dare un segno di unità parrocchiale”. Ma l’ultimo anno pastorale ha anche visto l’introduzione, oltre al corso di ballo al lunedì sera, di un’altra novità: l’adorazione eucaristica il mercoledì: “Un momento importante di preghiera – ha detto soddisfatto don Carmine – Siamo partiti in sordina poi siamo cresciuti nel numero. Come richiesto da molti aumenteremo i momenti di silenzio per consentire maggiore riflessione interiore”. Appendice alla verifica un piccolo momento di festa conviviale, in sala ludica, aperto a tutti. La Sant’Antonio conferma la sua volontà di coinvolgere tutto la comunità, tutta la parrocchia, tutto il quartiere. Il lavoro da fare è tanto ma don Carmine, don Antonio e don Armando possono contare sull’appoggio dei vari gruppi di fedeli.