Di Enzo Carrozzini
Giulietta Banzi Bazoli, anni 34, insegnante Livia Bottardi Milani, anni 32, insegnante Euplo Natali, anni 69, pensionato Luigi Pinto, anni 25, insegnante Bartolomeo Talenti, anni 56, operaio Alberto Trebeschi, anni 37, insegnante Clementina Calzari Trebeschi, anni 31, insegnante Vittorio Zambarda, anni 60, operaio. La cosa più importante che desideriamo ricordare sono i nomi delle otto vittime della strage del 28 Maggio 1974, in Piazza Della Loggia a Brescia, , le sofferenze dei loro famigliari , e quelle di 102 feriti che a 38 anni di distanza dall’ atroce e vile atto non riescono ancora ad ottenere giustizia. Quel giorno a Brescia ebbe luogo una manifestazione sindacale contro il terrorismo fascista, alle 10 e 12 una bomba collocata in un cestino porta rifiuti esplose, segnando per sempre la vita delle persone presenti.. Il rispetto che dobbiamo nei riguardi della Magistratura non ci può non far riflettere sulle “stranità” che avvengono in questo benedetto, sfortunato Paese, laddove stragi come quelle della Banca dell’Agricoltura a Milano il 12 Dicembre 1969, la strage del treno Italicus sulla ferrovia Firenze Bologna del 4 agosto 1974, quella alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, restano ancora impunite. Un unico filo rosso sangue, tuttavia, lega questi eventi, perché tutti sono riconducibili a un progetto eversivo, che fu definito “Strategia della Tensione” , attuato da organizzazioni neofasciste sensibili al ribaltamento del regime democratico, col concorso di servizi segreti infedeli, gruppi di potere corrotti (come la Loggia Propaganda 2 dichiarata fuori legge) , e forze economiche preoccupate di un eventuale mutamento delle condizioni politiche,. Erano anni in cui il mondo viveva i condizionamenti geopolitici dei blocchi contrapposti usciti dalla seconda guerra mondiale, ed in Italia il pericolo era rappresentato dal Partito Comunista, (in quegli anni il più grande dell’Europa occidentale), la strategia della tensione mirava, utilizzando organizzazioni paramilitari fasciste, a conservare lo Status quo della democrazia così cristallizzata dalle elezioni del 1948, laddove terminato il periodo della collaborazione tra tutte le forze politiche scampate alla dittatura fascista, si determinò la scelta del regime democratico la stesura della Costituzione della Repubblica Italiana e la creazione delle nostre Istituzioni. La strategia della tensione ricorrendo all’uso delle bombe, condizionò la vita democratica del Paese, condizionando le scelte elettorali dei cittadini, impedendo una salutare alternativa democratica, determinò la nascita del terrorismo rosso altrettanto violento e sanguinario, col risultato di consolidare un sistema di potere corrotto che alla fine implose negli anni di Tangentopoli. L’Italia è il paese dei misteri, e si può affermare che si viva la sensazione che la concatenazione degli eventi: l’altro ieri le stragi politiche, ieri le stragi mafiose, oggi l’insano connubio tra politica organizzazioni criminali e mafia dai colletti bianchi, siano il risultato di una infinita, infernale melodia, con la piena e consapevole disponibilità degli esecutori che man mano, nel corso degli anni, vanno ad avvicendarsi. Il processo terminato presso la Corte d’Assise e d’Appello di Brescia, (ricordiamo che siamo alla terza istruttoria iniziata nel 2005) termina con l’assoluzione di 5 imputati (di cui , volutamente, non riportiamo i nomi ), e dispone il pagamento delle spese processuali a carico delle parti civili e dei parenti delle vittime. Dal nostro canto pensiamo che a quelle persone si potesse almeno evitare la beffa dell’addebito delle spese di processo. La Pubblica accusa resta in attesa della pubblicazione delle motivazioni per valutare un eventuale ricorso in Cassazione.