Di Janni Luan Cajku | Rubrica Vuota il Sacco
“Una buona parte degli albanesi sono tormentati dal sostegno e soffrono di una grave solidarietà”
L’Aeroporto internazionale Nënë Tereza (Madre Teresa) è la via principale che consente l’accesso al mondo dell’Albania. L’aeroporto si trova a soli 25 km da Tirana. Di recente è stato restaurato e ingrandito, con il nuovo aspetto non ha nulla da invidiare agli aeroporti del resto d’Europa.nDa sempre, in tutto il mondo l’aeroporto è il primo impatto (molto importante) con il paese che si visita, ma è considerato anche come l’ultimo ricordo che si porta con sé prima di lasciare esso. Il primo duty free venne aperto all’aeroporto di Shannon in Irlanda nel 1947, e non poteva mancare oggi nel 2011 all’aeroporto moderno di Tirana. Di fatto, all’interno di una nuova area recentemente costruita si trovano gli outlet di tutti generi caratterizzati da prezzi salati sì, ma di un’ottima qualità. Nella zona di transito sulla sinistra, accanto ai gates si trova un bellissimo locale firmato “Segafredo Zanetti Espresso” che da la possibilità ai passeggeri di assaporare il vero caffè all’italiana. Per i fumatori si è riservata la parte più bella del locale, nella splendida terrazza panoramica con vista sulle piste di decollo, luogo ideale dove in compagnia di un buon caffè vi è possibile godersi qualche istante di relax prima di subire lo stress del volo.
In una comunicazione aziendale si legge: “Il locale è stato aperto da Segafredo Zanetti Espresso in collaborazione con la signora Aliona Zeqiri, eletta due anni fa Miglior donna d’affari in Albania (…) Ciascun passeggero sa che ogni piccolo dettaglio in un aeroporto è importante, a partire dal comfort delle sedie e finendo con l’eccellente qualità del servizio offerto”.
Da amante del buon caffè mi accomodo nella splendida terrazza panoramica in attesa del mio volo. È vero, il comfort c’è, ma non intravedo l’eccellente qualità del servizio offerto. Le bariste sembrano snervate, i camerieri sono appoggiati sul banco di lavoro, sbuffano in continuazione e lasciano scappare qualche lurida parolaccia. Dopo aver applicato tutti i gesti possibili (mancavano solo i segnali di fumo) riesco ad avere l’attenzione di un cameriere (i suoi colleghi lo interpellavano con il nome Olti). Chiedo cordialmente un caffè e una bottiglietta d’acqua liscia. Dopo aver finito di leggere un paio di pagine del mio libro “Vieni via con me” di Roberto Saviano arriva il mio caffè quasi freddo e la piccola bottiglietta di vetro sudata dal tempo passato sul banco del bar. Lo scontrino sembrava imbarazzato dal prezzo salatissimo, 510,00 Lek (valuta albanese). Insoddisfatto, ma di mia volontà pago 700,00 Lek. Gli albanesi sono molto generosi. Mentre il fumo delle sigarette lasciava la splendida terrazza panoramica, il fango tratteggiato sulla copertina del libro di Saviano mi invita a rivedere lo scontrino. Il vapore del caffè ingeriva la promessa fatta “eccellente qualità del servizio offerto”. Le risate delle bariste, le loro strette di mano con il cameriere ormai palesato ladro (i figli della terra rossa sono molto affettuosi) mi “obbligano” a chiedere del responsabile del locale. La più sveglia (se cosi si può definire) delle bariste si improvvisa responsabile e pensa di risolvere il problema dandomi indietro i miei soldi rubati. Quando realizzano che non ero a caccia dei miei soldi rubati, ma alla ricerca della condanna del gesto compiuto da Olti (il cameriere ladro) sotto gli occhi di un agente di polizia che con la massima calma gustava il suo caffè e godeva la scena vergognosa, i colleghi del ladro chiedono al malvivente di andare al pronto soccorso (gli albanesi sono caratterizzati da una grande sensibilità). Quanto pare il lardo non stava molto bene fisicamente e di conseguenza rubava i clienti. Mi dirigo alla ricerca dei carabinieri con le prove in mano (lo scontrino manipolato), ma senza testimoni. L’agente di polizia e decine di persone che avevano assistito allo scenario infame, molto probabilmente sarebbero stati dalla parte del ladro (una buona parte degli albanesi sono tormentati dal sostegno e soffrono di una grave solidarietà). La missione del Presidente Massimo Zanetti è diffondere in tutto il mondo il gusto, la cultura e la preparazione del vero Espresso italiano. Mentre a noi che visitiamo l’Albania e frequentiamo i locali Segafredo Zanetti avviati e gestiti da Aliona Zeqiri non ci rimane altro che aprire bene gli occhi e stare attenti a non essere fregati. Sconfitto, deluso, porto con me la parte più brutta dell’Albania moderna e civilizzata e senza forza di lottare imbocco la strada verso il l’imbarco, ma mi consola la frase scritta sul retro del libro di Roberto Saviano “ raccontare come stanno le cose vuol dire non subirle”