Di Pietro Carrozzini
La Giustizia oggi in Italia e’un malato terminale, anzi uno “zombie” che si aggira nel nostro Paese nella famelica ricerca di diritti da sbranare. Sono ormai decenni che, sotto governi di qualunque colore politico, la “giurisdizione” (ovvero la somministrazione di Giustizia affidata ad un Giudice terzo ed imparziale), e’ sotto attacco. Cio’ e’ avvenuto per un verso a causa di una precisa e scellerata scelta politica, che aveva quale unico principio informatore la tutela di interessi personali (nel vero senso della parola, cioe’ di una sola persona..), per l’altro per miopia o incapacita’ di comprendere il problema. In questi anni abbiamo avuto Ministri della Giustizia – tra cui il più esilarante un ingegnere specializzato nelle tecniche di assorbimento del suono – che hanno predicato la filosofia secondo la quale la Giustizia e’ una macchina ormai inservibile e, pertanto, e’meglio non alimentarla oltre.Cosi’ purtroppo e’avvenuto che questa miscela di ignoranza, incapacita’ personale e conflitto di interessi abbia avvelenato i pozzi delle tutele costituzionali. Sono ormai quasi 20 anni che non si fanno piu’ assunzioni nell’ambito del personale amministrativo addetto ai Tribunali e la quota di investimenti dedicati al sistema Giustizia e’ crollata anno dopo anno. Risultati: 1. sostanziale impossibilità di avere una risposta celere alla richiesta di tutela dei diritti; 2. ricerca di strade alternative per ricevere tutela, demandando a soggetti privati – privi di qualunque preparazione specifica e garanzia di equidistanza – la risoluzione delle controversie; 3. progressiva sfiducia dei cittadini nella possibilità di ricevere Giustizia e di vedere tutelati i propri diritti; 4. distruzione del patto sociale secondo cui le controversie insorte non possono essere regolate personalmente (come un moderno far west)ma, da una legge uguale per tutti; 5. incentivazione ad una economia di stile mafioso, ove non emerge il piu’ bravo e concorrenziale ma il più spregiudicato, nella fondata sicurezza che il proprio comportamento non verra’ mai sanzionato nei tempi dovuti;6. generale dissoluzione della morale e crescita dei comportamenti e degli atteggiamenti contrari al vivere civile; 7. abbassamento del livello di attenzione a comportamenti illegali. Ci muoviamo, a grandi passi, verso una restrizione della giurisdizione, pochi Giudici professionali, pochi Cancellieri per pochi processi molto costosi ad appannaggio di chi puo’ permetterselo, tutti gli altri…..”arrangiatevi!!”. Purtroppo l’opzione politica intrapresa sembra essere questa, i costi sociali di tale decisione sono e saranno incalcolabili. Il tutto in barba al principio costituzionale secondo cui: “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa e’ diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.” (art. 24 Costituzione).