Di Enzo Carrozzini
Sono già trascorsi vent’anni dal quel 17 Febbraio 1992, giorno in cui l’ingegner Mario Chiesa, presidente dell’ospizio milanese “Pio Albergo Trivulzio”, fu sorpreso dai carabinieri introdottisi nel suo studio, nel mentre tentava di occultare le prove della sua corruzione, tirando lo sciacquone del water in cui aveva gettato la mazzetta di denaro ricevuta poco prima. Cosi’ debutto’ lo scandalo di Tangentopoli, il cui merito fu di rivelare ai cittadini le pratiche consolidate di corruzione e concussione tra apparati dell’economia e pubblici ufficiali, determinando l’estinzione di partiti storici e la conseguente fine di uomini politici considerati intoccabili fino ad allora. Quel periodo suscito’ nei cittadini la speranza di una rinascita morale del Bel Paese, capace di riverberare benefici effetti su ogni aspetto della sua vita sociale ed economica. Ma l’illusione duro’ poco, le stragi mafiose di valenti magistrati, gli attentati alle citta’ d’arte di Roma e Firenze, l’ennesima speranza riposta nella classe politica post Tangentopoli, e la constatazione della sua inadeguatezza riscontrata fino ad oggi, ci inducono a riflettere su quanto l’Italia si trovi ancora nel mezzo del pantano di una transizione, di cui non si riesce ad intravedere l’epilogo. L’unica certezza che riscontriamo è quella che ci rivela l’attitudine di taluni uomini delle istituzioni pronti a fare strame di legalità e diritto, pur di conseguire il “bene comune” del proprio portafogli. E’ di questi giorni la notizia di un senatore del Partito Democratico, (Luigi Lusi) , reo, confesso, di essersi intascato denaro del finanziamento pubblico al suo partito di provenienza, “Democrazia e’ Libertà – Margherita”; o quella del senatore Pdl Renato Conti, per mestiere immobiliarista, che in un giorno acquista e rivende un’immobile lucrando una differenza di 18 milioni di euro. Ad onore del vero, in quest’ultimo caso non ci sono segnalazioni di reato, ma un operazione eseguita nel volgere di appena tre ore e a un costo notevole, ha suscitato qualche perplessita’ tra gli iscritti all’ente previdenziale acquirente dell’immobile. Le cronache giudiziarie sono dense di vicende che vedono implicati politici di ogni fede, e, sebbene per tutti viga la presunzione di non colpevolezza fino a quando non ci sia una sentenza definitiva da parte della magistratura, non si possono tacere le conseguenze sociali che questi casi generano nel modo di pensare dei cittadini onesti, facendoli precipitare in una sorta di rassegnazione ineluttabile all’insegna del tragico assunto:”sono tutti uguali, e’ tutto un magna magna”, laddove la disaffezione per la politica e la deplorazione verso pubblici ufficiali infedeli finisce per travolgere anche le Istituzioni che rappresentano. E’ vero però che non tutti gli uomini sono uguali….
“Vivo e servo i cittadini da sindaco Pescatore, ma devo constatare che i nemici dello Stato e delle Istituzioni mangiano del suo pane e vivono dei sacrifici della gente che lavora”.
E’ una delle molte frasi che viene proiettata nel sito della “Fondazione Angelo Vassallo”, ognuna esprime un pezzo di storia di Angelo, uomo onesto rigoroso e umile, sindaco di un piccolo paese del Cilento, Pollica in provincia di Salerno. Angelo e’ stato Sindaco per ben quattro mandati (l’ultimo, nel 2010, ottenuto con il consenso del 100% dei cittadini, unico caso in Italia). Prima di impegnarsi politicamente aveva svolto il lavoro di pescatore, e il rispetto “per il mare con tutti i suoi frutti” e’ stato il fondamento sul quale ha impostato ogni atto della sua azione amministrativa. Le sue battaglie per la difesa del territorio e per la legalità hanno fruttato al Comune riconoscimenti per la qualità del mare da Lega Ambiente con il conseguente rilancio turistico; l’ attribuzione di sede dell’osservatorio della Dieta Mediterranea (dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, grazie anche alla sua opera di promozione); qualifica di “Cittàslow” per le peculiarità enogastronomiche espresse dal territorio. Vassallo aveva assunto il ruolo di vicepresidente delle “Città slow” italiane aderenti al manifesto dell’associazione “Slow Food” di Carlin Petrini, e aveva anche ricoperto il mandato di Presidente di “Città Slow” nel mondo. Angelo non ha potuto continuare la sua opera perché la sera del 5 Settembre del 2010, ignoti hanno posto fine alla sua vita con nove colpi di pistola. Ancora oggi non si conosco autori e mandanti, ma è facile immaginare dietro questo omicidio, l’azione di chi avversava il suo impegno per la risoluzione di problemi nel pieno rispetto della legalità. Angelo rappresentava l’esempio di una bella politica di un sud che non caragna, che si impegna per il riscatto di una condizione atavica imposta, che avversa l’illegalità anche a costo di conseguenze tragiche. La sua scomparsa è un danno per tutte le persone oneste. Per volontà della famiglia e’ nata la “Fondazione Angelo Vassallo”, il cui impegno principale non e’ soltanto il ricordo del loro caro, ma la diffusione e condivisione della sua cultura della legalità che crea bene comune. E’ sconvolgente dover constatare quanto l’esistenza di poteri occulti (inclusa la criminalità organizzata) in questo Paese condizioni la sua vita democratica. Dario Vassallo, fratello di Angelo, in un passo del suo libro “Il Sindaco Pescatore” svolge una riflessione sulla necessita’ di ricordare gli “eroi normali” (sindaci, giornalisti, magistrati, forze dell’ordine, cittadini comuni) immolatisi nel quotidiano agire per la crescita morale del nostro paese e si chiede: ”Chissà se da qualche parte si sono ritrovati, questi piccoli grandi uomini dal destino tragico, col comune denominatore di un’esistenza non banale ma volta al bene di tutti. Pensiamoci. Questa brigata di eroi, forse sta osservandoci e non ci giudica. Gente come loro non giudica. Aspetta solo che giustizia sia.”.
Potremo continuare a nutrire speranza per il nostro Paese soltanto se l’esempio di questi “eroi normali” costituirà parte integrante del nostro essere cittadini, a cominciare dal rifuggire ogni piccola illegalità quotidiana che commettiamo…