Di Enzo Carrozzini
Don Lisander Manzoni ne “I Promessi Sposi” all’episodio in cui Renzo si reca dal noto avvocato Azzeccagarbugli con tanto di capponi al seguito, nell’intento di ottenere consigli per superare le sopravvenute impossibilita’ di sposare la sua Lucia, ricorre alla categoria del“latinorum”, per spiegare come il potere, alfine di riuscire ad imbrigliare e mettere in soggezione una persona che lotti per i suoi diritti, sia aduso a ricorrere a concetti e termini la cui comprensione e’ riservata soltanto agli addetti ai lavori, per cui al malcapitato non resta che ringraziare e, rintronato da tanta sapienza, ritornare a casa senza avere soluzione ai suoi problemi. Al giorno d’oggi la nostra classe dirigente adotta lo stesso sistema, solo che il “latinorum” è stato soppiantato dall ”english”, ma i cittadini sono sempre destinati a far la parte di Renzo con tanto di capponi in mano. La storia del Beauty Contest televisivo, e’ il tipico esempio di questa pratica. Il governo Berlusconi nel 2009, fa’ approvare un decreto col quale si individua una procedura per concedere a titolo gratuito sei frequenze televisive ad aziende che per le loro particolari qualita’ siano in grado di attendere al meglio l’uso del bene pubblico. Successivamente si apprende che le aziende piu’ importanti e meritevoli sono : Rai, Mediaset, Telecom Italia. In questa maniera si realizza la fregatura del “latinorum” di manzoniana memoria, perche’ con il provvedimento si legalizza un favore ad aziende che si trovano gia’ ai vertici del mercato televisivo, esautorando o limitando lo spazio ad altre o inibendo la nascita di nuovi operatori, con buona pace della presunta e mai realizzata parita’ di condizioni in un mercato di libera concorrenza. I testi di economia tra l’altro non dicono che la procedura debba prevedere il titolo gratuito, ed e’ qui che si configura il “present” ovvero il regalo, ma l’anomalia in cui sguazzano i governanti italiani fa si’ che il popolo Renzo non riesca a comprendere i termini e rimanga impotente innanzi alla questione. Novembre 2011, il nuovo governo presieduto dal Senatore Mario Monti e di concerto col Ministro allo sviluppo Corrado Passera, (dietro protesta delle associazioni di consumatori e di organizzazioni politiche che contrastano i conflitti di interesse del nostro Paese), ritengono opportuno riformulare i termini della procedura, introducendo il titolo oneroso e sottoponendo ad asta le frequenze televisive. Una soluzione, indubbiamente, più idonea alla luce del fatto che il Paese versi in dissesto finanziario e necessiti di risorse non sopportabili dalle tasche gia’ sfondate dei cittadini dai recenti provvedimenti posti in essere dal Governo. Le aziende interessate, in primis Mediaset protestano minacciando di adire vie legali per vedersi riconosciuto il diritto(?) al dono. La lobby dei Parlamentari favorevoli all’originale procedura sostiene che il dono è necessario, perche’, poi i canali devono essere riempiti di contenuti, ovvero di produzioni televisive che impegneranno le aziende in altri esborsi finanziari,(dimenticando che da sole assorbono circa il 90% di risorse pubblicitarie, lasciando le briciole alle piccole realtà locali). Strana giustificazione, sarebbe come dire, ad esempio, che i gestori delle spiagge demaniali non debbano pagarne il canone d’affitto perche’ poi debbano riempire i bagni di “contenuti” ovvero: cabine,docce, ombrelloni, lettini, sdraio, spiaggine e via seguitando, o che un cittadino non debba pagare le tasse perché deve riempire di contenuti il suo stomaco… anzi e’ proprio il lobbismo e la mano leggera in queste pratiche che ha impoverito sempre più il cittadino sottoponendo il suo organismo a serie cure dimagranti. Se la situazione non fosse tanto grave ci sarebbe da rotolarsi a terra dalle risate, ma il quadro è questo grazie alla classe dirigente che ci siamo scelti.
Dall’asta delle frequenze si prevede di incassare una cifra tra i quattro e sei miliardi di euro, ma due giorni fa il Governo, dietro pressioni di una parte della sua maggioranza (PDL), ha ritenuto “congelare” per tre mesi la procedura. Non sappiamo come si dipanera’ la vicenda non osiamo immaginarne il suo epilogo, desideriamo soltanto che i lettori seguano con attenzione i prossimi sviluppi, sui quali certamente ritorneremo, perche’ non possiamo continuare a fare la parte di Renzo,( perche’ i capponi ebbene quelli sono già ”volati”..), o se proprio la dobbiamo fare che almeno lo sia in maniera consapevole…. Qui ribadiamo con forza il nostro pensiero : Qualunque uso di un bene pubblico immateriale come l’etere e le frequenze televisive, non deve essere regalato, appartiene a tutti i cittadini e se è possibile ottenere dalla sua vendita risorse utili da distribuire alla collettività e’ giusto si paghi. Punto.