Di Anna Marinelli
Sapori e profumi di cose semplici Fogghie mmiscke Per fogghie mmiscke si intende una varietà di verdure che crescevano spontanee nelle campagne pugliesi tra i filari dei vigneti e/o tra un albero e l’altro degli uliveti. Nel periodo di riposo delle colture e uscendo dal rigido clima invernale, al primo sole di primvera e subito dopo le prime piogge,la campagna si ricopriva di queste speciali verdure che solo il contadino sapeva distinguere e delle quali si approvvigionava abbondantemente. Fra le varietà più ricorrenti ne citiamo sei.. cicuredda, gneta , rapi-ciocci, zangòne, spruscina, cimaredde.Per quattro di esse esiste una denominazione conosciuta: Cicoria , bietola ,rape selvatiche e asparagi selvatici, per altre due, sprùscina e zangòne ci si attiene alla voce del popolo. Queste verdure si accompagnavano alla purea di fave bianche e con essa costituivano un binomio indissolubile ” Fave e fogghie” . Il lunedì ed il venerdi erano i giorni in cui si consumava questa pietanza nella maggior parte delle famiglie. Sia le fave che le verdure erano servite ”mministrati” in grandi piatti” piattriàli” di terracotta provenienti dalla vicina Grottaglie abilmente decorati a mano e recanti al centro il tipico “galletto” simbolo ricorrente che caratterizza le ceramiche grottagliesi. Da questi piatti tutti i membri della famiglia attingevano con piccoli pezzi di pane e qualche forchettata a turno. Le fave si cuocevano nei forni pubblici in particolari pentole dette ” le pignate” le quali erano di terracotta smaltata all’interno e all’esterno.Il retro di questi recipienti era contrassegnato da un simbolo o dalle iniziali della famiglia d’appartenenza. La fornaia, man mano che tirava fuori dal forno una “pignata” chiamava all’appello i rispettivi proprietari ,qualche volta servendosi anche di variopinti “soprannomi” . Ai forni pubblici si cuoceva due volte al giorno e si sfornava a mezzogiorno e al tramonto.